Not in my backyard (courtesy from a Special Guest)

Sono una persona fortunata e riconosco le mie fortune. Amo magiare bene e vivere in un posto salubre un
po’ decentrato, ma a portata di mano delle città che posso facilmente raggiungere per coltivare le mie
passioni. E per quelle un po’ più in là? Be’, ho un’auto, una moto e non mi dispiace fare qualche volo di
tanto in tanto.
Sono una persona fortunata, l’avevo premesso.
D'altronde, quello che mi piace è semplice: respirare l’aria di campagna, andare al mare, godere delle
bianche cime innevate e delle belle cose del mondo. Un bel pieno e via, si parte! In realtà un po’ mi girano
le balle a spendere così tanto per la benzina. Ci vorrebbe un outlet, come per gli abiti, anche se andare da
quelle parti mi mette un’angoscia, con quelle ciminiere che disegnano l’aria con pessime fantasie. Pare che
d’inverno “nevichi” condensa lì attorno, anche se secondo me son racconti esagerati di quei folli che prima
ci comprano la casa vicino e poi devono trovare qualcosa di cui lagnarsi.
E se poi dovessi cambiare le gomme? A cosa serve quella specie di balzello che ci impongono all’acquisto
degli pneumatici, sarà mica veramente per lo smaltimento! E se allora ci piazzassero un bel po’ di
gommazze usate dietro l’uscio? Lasciamo stare, che magari pigliano anche fuoco ogni tanto! Mah, non so! E
anche un impianto di smaltimento che non ho capito bene come funziona, ma che se arrivasse proprio nel
prato dove cazzeggio alla domenica pomeriggio mi starebbe proprio sulle balle.
Vabbé! Potrei sempre andarmene al mare. Potrei proprio andare in quel posticino dove si arriva facile-facile
con la superstrada nuova. Quando ci viaggio alla sera riesco anche a vedere chi vive nelle case a ridosso
dell’asfalto. Certo che son proprio delle bestie a stare così vicini a tutto quel traffico di gente che se ne va in
riviera!
E poi quell’Hosteria (che con l’“h” ci si mangia meglio): cucinano piatti di pesce super! Ricordo ancora con
l’acquolina in bocca quel crostaceo dal nome strano. Che botta di culo poterlo assaggiare: lo chef mi disse
che ne rimangono pochissimi esemplari al mondo.
Mi verrebbe anche voglia di rifare un bel week-end in una capitale: un bel volo da spender poco e ci siamo!
Tanto, al posto del film, mi godo le facce da scoppiati del personale: ooooh! ma da quant’è che non ti fai
una pennica, disgraziato!
Sono una persona fortunata. Ma non so se riconosco tutte le mie fortune.
Una cosa però la riconosco: a meno che non ci facciamo piacere le radici delle erbacce del giardino, andare
in giro con le ruote di legno, provare a pisciare nel serbatoio per vedere se la moto prende meglio i giri, ci
tocca fare i conti con la realtà. Ci tocca considerare che delle pale eoliche non assomiglieranno mai ad un
maggiociondolo, ma illuminano delle sale operatorie; ci tocca considerare che per irrigare i campi ci vuole
tanta acqua, ma sfama la gente; ci tocca considerare che tutto ha un prezzo e se si spende troppo poco,
non si è sempre all’outlet, ma magari si fa torto a più di qualcuno; ci tocca considerare che le strade non
sono certamente ornamentali per il paesaggio, ma avvicinano le distanze.
Proviamo ogni tanto a metterci nelle mutande degli altri e vediamo quanto son strette. Magari potremmo
imparare che prima di cagare insulti a caso è meglio tacere. Magari potremmo imparare che l’interesse
comune è anche il nostro.

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